DALLE ASTE. Le aste e gli stop nel periodo della lotta al Covid-19

il diffondersi dell’emergenza causata dal coronavirus ha costretto la sospensione di diverse aste e eventi fieristici

26 MARZO 2020 | by ENRICO AURILI

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In questi mesi gli Stati stanno affrontando una grave crisi dovuta al virus Covid-19 che sta registrando un numero elevato di contagi e purtroppo anche di vittime. L’11 marzo Organizzazione mondiale della sanità ha comunicato che il dilagarsi del coronavirus è ha tutti gli effetti una pandemia sottolineando la necessità che ogni nazione prenda adeguati provvedimenti.
Dopo il caso dei due turisti cinesi del 31 gennaio a Roma, a febbraio in Italia è stato individuato un focolaio epidemiologico nelle regioni del nord, aprendo al susseguirsi di decreti e restrizioni atte a salvaguardare i cittadini, con il conseguente stop di molte attività. Eventi che si stanno replicando in tutto il mondo.

Credits commons.wikimedia.org, Baseworld

Il 2020 si è aperto con gli annunci da parte di molte aziende e produttori che in vista del dilagarsi del pericolo del virus Covid-19 hanno annunciato la decisione di non partecipare a eventi e manifestazioni di livello internazionale. Uno fra i primi a comunicare questa decisione è stato Bulgari, seguita da altre case sino alla decisione definitiva di sospendere i vari saloni come quello di Basilea, di Zurigo e al Palexpo di Ginevra. Una scelta giusta e comprensibile che ricorda molto da lontano quanto avvenne nel 2003 con la SARS.
Se già a febbraio molte fiere hanno annunciato il rinvio se non la cancellazione (in Italia la posticipazione a ottobre del Mercante in Fiera è stata comunicata solo verso i primi di marzo), le case d’aste di tutto il mondo hanno cercato di tenere duro confermando le rispettive aste. Il dilagarsi dei contagi però ha portato all’inesorabile decisione di sospensione per rinviare tutto a data da destinarsi.
In questo contesto molte case hanno proseguito con le attività online come Christie’s (78% circa di venduto) e Sotheby’s (94% circa di venduto), la cui aste telematiche del 10 e 11 marzo si sono tenute negli Stati Uniti prima delle attuali restrizioni decise dal presidente Trump. Antiquorum al contrario invece ha mantenuto saldamente la data del 21 di marzo per la sua asta ginevrina che per ovvi motivi di sicurezza si è svolta senza pubblico in sala, offrendo così un parametro di valutazione sull’attuale situazione: il risultato finale è stato di CHF 3.281.374 (diritti inclusi) per un 67% circa di venduto (l’asta di novembre 2019 aveva avuto un 80% di venduto a fronte di 822 lotti contro gli attuali 295). Nella newsletter dopo asta Antiquorum segnala come le offerte siano arrivate da ben ventiquattro diverse nazioni e che molti orologi, tra cui Jaeger-LeCoultre e IWC, hanno destato particolare interesse arrivando a superare le stime del catalogo.

Immagini per cortesia di Antiquorum: lotto 295 Rolex ref. 6241 “PAUL NEWMAN” (venduto a CHF 181.250) e lotto 293 Patek Philippe 5131/1 cloisonné (venduto a CHF 150.000)

I top lots dell’asta di Antiquorum sono visibili a questa pagina e decisamente si allontanano dai risultati a cui siamo abituati. Tuttavia va sottolineato che l’asta, per motivi da stabilire, non aveva in catalogo un numero elevato di orologi con stime superiori ai 100mila Euro e che ciononostante i risultati sono da ritenersi più che positivi considerato il momento e l’apprensione che circonda l’avanzata del coronavirus. A svettare sono stati il Rolex Cosmograph Daytona ref. 6241 con quadrante Paul Newman, aggiudato a CHF 181.250 e il Patek Philippe ref. 5131/1 Ore del Mondo, quadrante cloisonné e bracciale in oro abbinato (come sottolineato dalla casa d’aste, per il momento l’unico conosciuto) venduto a CHF 150.000.
Se il Rolex 6241 ha per così dire raggiunto il suo prezzo, il Patek Philippe 5131, forte del suo unicum, ha avuto un rialzo del 15% circa superiore alla media di mercato. Anche il resto dei lotti venduti, sebbene a mio parare molte stime in catalogo fossero anche eccessive – e per questo invenduti –, hanno avuto un susseguirsi di rialzi confermando che al momento l’interesse dei collezionisti e commercianti non manca. Risultati alla mano gli orologi della casa coronata, che oramai da alcuni anni dettano legge sul mercato, hanno dimostrato di non aver subito alcuna flessione rappresentando più del 20% degli orologi venduti. A testimonianza ci sono a esempio i risultati dei classici Cosmograph Daytona ref. 16520 con “6” dritto (scatola e garanzia) venduti CHF 27.500 (lotti 155, 156 e 226), un GMT-Master ref. 1675 con quadrante “gilt” (scatola e garanzia) aggiudicato a CHF 40.000 e un Sea-Dweller ref. 16660 COMEX (scatola, garanzia e accessori aggiuntivi) che ha raggiunto i CHF 95.000. Per uscire dal mondo Rolex, si segnala il risultato di un bell’esemplare di Reverso ref. 201 della LeCoultre con un particolare quadrante dalla tonalità cioccolato stimato CHF 6.000-10.000 e battuto per CHF 16.250, le aggiudicazioni di due Audemars Piguet Royal Oak “Jumbo” ref. 15002 in oro a CHF 81.250 (attualmente un record) e in acciaio a CHF 60.000. Anche gli orologi d’epoca e militari hanno destato attenzione con i CHF 25.000 di aggiudicazione dell’IWC Mark IX del 1937.

Immagini per cortesia di Antiquorum: lotto 162 Rolex GMT-Master ref. 1675 (venduto a CHF 40.000), lotto 193 LeCoultre Revero ref. 201 (venduto a CHF 16.250), lotto 199 IWC Mark IX (venduto a CHF 25.000) e lotto 281 Audemars Piguet Royal Oak ref. 15002 (venduto a CHF 81.250),

Sul territorio inglese Watches of Knightsbridge non ha modificato la sua giornata d’asta confermata per il 28 marzo con l’esclusiva partecipazione che si svolgerà solo online e non più in sala. Dal canto suo Bonhams apre in questi giorni le offerte per la sua asta online che si dovrebbe concludere il 9 aprile mentre negli Stati Uniti Heritage Auction ha regolarmente in programmazione l’asta del 26 marzo.

In Italia il 18 marzo si è tenuta l’asta online di Wannenes (131 lotti), mentre quella online di Cambi (dedicata a una collezione di orologi da tasca, 76 lotti totali) si concluderà il 9 di aprile.
La casa d’aste Bolaffi era tra quelle che per prima dopo Antiquorum e Watches of Knightsbridge avrebbero dovuto dare inizio al periodo delle aste di orologi tuttavia, dopo un rinvio dal 30 marzo al 28 aprile, la scelta è stata quella di realizzare un’asta più ristretta con lotti specifici e commerciali, posticipandone gli altri lotti per la futura vendita fisica. L’asta Bolaffi si è tenuta online il 25 marzo per un totale di 62 lotti, con una percentuale di vendita del 90% circa e un realizzo di EUR 234.000.

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2020-06-09T14:58:46+02:00
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