DALLE ASTE. La casa d’aste Sotheby’s diventa di proprietà del magnate Patrick Drahi
dopo trent’anni in borsa, la casa d’aste inglese torna privata
▣ 7 SETTEMBRE 2019 | by ENRICO AURILI
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Gli azionisti della casa d’aste Sotheby’s hanno approvato con il 91% dei voti la proposta per l’acquisizione dal valore di 3,7 miliardi di dollari offerti dalla BidFair, società appartenente al magnate delle telecomunicazioni franco-israeliana. L’annuncio delle trattative risale al giugno di quest’anno e in questi giorni si ha avuta la definitiva conferma.
Ad oggi Sotheby’s è la più antica casa d’aste al mondo e una delle più note a livello mondiale assieme ad altri colossi quali Christie’s, Bonhams e Phillips.
Immagine per cortesia di Sotheby’s
Fondata nel 1744 dal libraio Samuel Baker, l’attività passò successivamente nelle mani del nipote John Sotheby. Da allora sono passati più di due secoli e la casa d’aste si è espansa a livello internazionale divenendo uno dei leader del settore con settanta dipartimenti e nove uffici nei vari paesi, senza contare gli innumerevoli collegamenti nel resto del mondo.
Per gli appassionati di orologi, uno dei record detenuti dalla Sotheby’s è il risultato del novembre 2014 con l’eccezionale vendita per 23.237.000 franchi svizzeri del pluricomplicato della Patek Philippe realizzato per Henry Graves Jr. nel 1932.

L’orologio in questione nasce negli anni ’30 quale sfida tra il costruttore automobilistico James Ward Packard e il banchiere Henry Graves, nonché proprietario all’epoca della maison Patek Philippe, su chi avrebbe posseduto l’orologio più complicato al mondo.
Da questa competizione, dopo tre anni di ricerche, prese vita un orologio da tasca con ben 24 complicazioni: ore, minuti e secondi del tempo solare medio; ore, minuti e secondi del tempo siderale (3); equazione del tempo (1); indicazione dell’alba e del tramonto (2); calendario perpetuo, indicazione del giorno del mese, della settimana e il mese, fasi lunari e l’età della luna (5); mappa stellare giornaliera del cielo notturno sopra New York (1); cronografo con funzione rattrappante, registro dei 60 minuti e delle 12 ore (4); Piccola e Grande suoneria Westminster, ripetizione a minuti e svegliarino (4); riserva di carica per il tempo e la suoneria (2); doppio bariletto con carica nei due sensi e rimessa a tre vie (2).
Lascia certamente sbalorditi pensare che questo capolavoro, realizzato con tecniche ben lontane dagli attuali strumenti computerizzati, è rimasto l’orologio più complicato sino alla creazione del Calibro 89 della Patek Philippe nel 1989 e dei successivi orologi degli anni ’90 e 2000 arrivando all’Aeternitas 4 di Franck Muller, il quale nel 2009 si è aggiudicato il titolo di orologio con più complicazioni al mondo (36 in totale).
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Dalle Aste
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Per cortesia di Sotheby’s: Patek Philippe “the Henry Graves”
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